mercoledì 2 febbraio 2011

Titolo NBA: una corsa a quattro?

Con Karim Nafea torniamo a parlare di NBA, a poche settimane dall'all star game e dalla trade deadline. Tutte le big si sono incontrate e qualche dato su cui riflettere cominciamo ad averlo. Prima però, un scena di puro godimento proveniente dalla partita fra Lakers e Celtics di domenica notte. L'episodio altro non è che un altro breve capitolo della saga Kobe/Shaq altrimenti conosciuta come "Non capiamo se ci amiamo o ci odiamo". Kobe segna nonostante il fallo del carro armato O'Neal e poi... gli fa notare la cosa, per così dire. Gianluca Comuniello e Karim Nafea




Con la sfida di Los Angeles tra i Lakers ed i Celtics, riedizione delle Finals dell’anno scorso, tutte le pretendenti al titolo si sono affrontate almeno una volta.
Sono stati i Celtics a spargere il primo sangue quest’anno (ma Kobe ha messo in chiaro le cose con 41 punti e un po’ di sano trash talking), in una partita molto equilibrata.

Di solito la pausa per l’All Star game rimescola le carte in tavola, ma avendo già superato la metà della stagione ci sono ottime indicazioni su quali squadre possono realisticamente mirare al titolo e quali sembrano più adatte a conquistarlo.
E’ molto difficile che si esca dal quartetto San Antonio, Boston, Los Angeles, Miami se si deve fare una previsione, ma ci sono altre franchigie che hanno tutte le possibilità di inserirsi.

San Antonio Spurs
Karim: Non se li aspettava nessuno; dopo il 4-0 rimediato con i Suns l’anno scorso erano dati per finiti ed invece sono, al momento, di gran lunga la squadra migliore della lega.
La gestione dei giocatori è degna del genio di coach Popovich ed ogni scelta al draft o acquisizione si rivela un grande affare.
La novità più importante è stata nell’impianto offensivo, infatti mantenendo una difesa quasi perfetta, Popovich ha deciso di impostare gli Spurs molto più verso il contropiede che verso l’attacco a metà campo.
Per far fronte all’avanzare dell’età Pop ha ridotto il minutaggio di Duncan trasformandolo quasi in uno specialista difensivo. Ciò non impedisce al campione caraibico di sfornare magie in attacco, concentrando tutto il talento che possiede nei momenti più caldi della partita.
Anche Tony Parker è tornato praticamente inarrestabile (nonostante i problemi matrimoniali) e l’aver scelto Gary Neal ha fornito a Popovich un altro tiratore pazzesco. Richard Jefferson ha cominciato a capire il sistema e questo non può che aiutare, ma il giocatore più significativo per gli Spurs è senz’altro Manu Ginobili. L’argentino sta giocando in maniera strepitosa, ai limiti dell’infallibilità, e da lui parte la riscossa degli Spurs.
Se dovessero reggere fisicamente saranno i favoriti a Giugno.
Gianluca: bruttissima bestia (a meno che non siate tifosi di Manu&Co... in quel caso la bestia è bellissima).
 Questi Spurs fanno spavento. Sono la squadra "più squadra" che c'è nell'NBA (insieme ai Celtics), giocano in difesa ad occhi chiusi e se cominciamo ad avere un gioco che li fa segnare molto sono dolori. In passato con gli Spurs sapevi di potertela giocare sempre, perchè non segnando tanto ti permettevano di rientrare in partita. Non è più così, e sono dolori per tutti. Aspetti a loro svantaggio: l'età avanzata dei giocatori cardine ed il fatto che forse hanno cominciato a giocare così bene troppo presto. E poi un altro fattore: in Texas è tradizionalmente difficile andare a vincere... ma forse l'SBC Center è il campo "meno caldo" fra quelli che contano. Insomma, uno di quelli in cui puoi andare ad immaginare l'impresa nei play off, se serve.

Boston Celtics
Karim: Dal 2008 ormai ci sono sempre, chi vuole vincere il titolo deve fare i conti con loro.
Durante l’estate hanno aggiunto al roster Jermaine e Shaquille O’Neal, così, giusto per svecchiare un po’ un parco giocatori non proprio di primo pelo.
La difesa è la migliore del campionato, e la partenza di Tom Thibodeau non ha avuto effetti negativi.
L’attacco gira a mille grazie ai continui miglioramenti di Rajon Rondo; Paul Pierce è sempre pronto a dire tutta la verità (cit) e Ray Allen esce dai blocchi come ai bei vecchi tempi.
La pietra angolare delle possibilità dei Celtics passa però per la salute di Kevin Garnett.
I suoi infortuni hanno limitato i Celtics in passato, e la differenza che passa tra l’averlo ed il non averlo è troppo enorme per soprassedere.
La voglia e la carica che riesce a dare ai compagni di squadra è quasi commovente e difensivamente assomiglia molto ad un muro invalicabile.
Stesso discorso fatto per gli Spurs, se saranno integri se la giocheranno fino in fondo.
Il Patto fatto a Piazza Navona è più saldo che mai.
Gianluca:  sono grandissimi poco da dire. L?aggiunta di Shaq non so quanto sia utile alla causa, le possibilità di titolo passano per la salute di KG. Alla fine, lo scorso anno hanno perso in gara sette di finale, quindi in pratica erano già squadra da titolo. Punto a loro sfavore: anche con l'eventuale fattore campo a favore, dover battere a maggio-giugno prima i Miami Heat e poi subito dopo una fra Spurs e Lakers, alla loro veneranda età, potrebbe essere impresa molto (troppo?) ardua. 

Los Angeles Lakers
Karim: Dimmi com’è Lamar Odom e ti dirò dove arriveranno i Lakers. In una squadra come la loro fatta di campioni (tutti, fino al settimo, sono All Star praticamente) serve qualcuno che faccia da braccio destro a Kobe Bryant nella gestione della squadra, e Odom è molto più adatto di Gasol per farlo.
Gasol. Lo spagnolo al momento è un problema, per via del fatto che la sua produzione non è soddisfacente e soprattutto è stata messa in dubbio la sua aggressività e la sua grinta (è da sempre chiamato GaSoft in quel di Boston); starà a lui rispondere.
Ron-Ron Artest è fondamentale in difesa quanto è evitato in attacco, ma sarà difficile farne a meno.
Il Venerabile Maestro Derek Fisher, come al solito, si sveglierà verso Aprile per dare il suo apporto ed il ritorno di Bynum non può che far bene alla causa.
Un altro fattore però è importante per i losangeleni: quale Kobe ci sarà.
Se Kobe dovesse apparire ai suoi sudditi nella versione “ecumenica”, cioè quella da 25/30 punti e 8/10 assist con meno di 20 tiri, molto probabilmente sarà three-peat, perché questa versione aiuta la triple post offense, e se l’attacco funziona, non c’è niente di più bello ed efficace dei gialloviola.
Se il 24 dovesse invece decidere di vincere tutto da solo sarebbe molto più dura.
Enigmatici.
Gianluca: apri molti capitoli e tutti sacrosanti. Odom: la conferma della sua importanza è venuta nella partita della notte vinta contro i Rockets in overtime. Lamar ha messo lì, tanto per gradire 20 punti e 20(!!!) rimbalzi. Mostruoso. Anche per storia personale (giocava con Kobe quando erano ragazzini) è il più adatto per fare l'"Altro", il Pippen. La difficoltà è che deve essere sia il Pippen che l'Horace Grant, visto che proprio come Orazio è il giocatore bersaglio preferito degli strali di Phil Jackson quando vuole tenere la squadra sulla corda. Anche per Kobe vale il parallelo con i Bulls: se PJ riesce a tenerlo in modalità ecumenica, sono cavoli amari per tutti. Altrimenti sono cavoli amari per i Lakers. Ma secondo me non è neanche questo il punto. Il punto è che questo Fenomeno sta giocando una stagione da quinto miglior realizzatore della Lega senza avere più cartilagine nel ginocchio. Il ginocchio è finito, andato. E non si sa dove trovi la forza di fare quello che fa. Mostruoso, ma chissà se basterà.

Miami Heat
Karim: Non sono belli da vedere ma sono maledettamente efficaci.
Il loro attacco è essenzialmente composto da isolamenti e raramente fanno girare la palla però, ed è un però grosso come una casa, LeBron e Wade stanno cominciando a trovare un equilibrio e Bosh sembra aver accettato di buon grado il ruolo di terza opzione della squadra.
Difensivamente sono praticamente i migliori nella lega e la furia che ci mettono è un’ottima dimostrazione della voglia di vincere che si portano a spasso.
La vera chiave per loro è Dwyane Wade.
Si è visto molto bene nella partita di natale contro i Lakers (per quello (poco) che possa valere): nessuno, assolutamente nessuno, è in grado di reggere il primo (ma anche il secondo) passo di quello che è tornato ad essere Flash.
A sostenere gli Heat è tornato Mike Miller, importantissimo per trasformare gli scarichi dei Wade e James in punti, e deve ancora recuperare Udonis Haslem, migliore amico di Wade in squadra e giocatore importantissimo su entrambi i lati del campo.
Gli Heat sono stati costruiti per vincere e lo faranno, ma probabilmente non quest’anno.
Gianluca:  Poi magari a giugno siamo tutti a dover parlare del primo anello di Lebron, però anch'io penso che non sia questo l'anno, per il dispiacere anche di Andy Roddick. Non giocano degli attachi, giocano degli uno contro uno. E poi essere bravo quanto vuoi (e quei tre lo sono molto), ma così è difficile vincere a Maggio. Visti recentemente contro i Knicks al Madison, si sono fatti recuperare nel 4° quarto una partita che sembravano controllare, proprio perchè nei momenti critici Wade e Lebron preferivano "going solo". E' vero, mancava Bosh, la Terza Via, ma proprio Boston insegna che tre fenomeni vincono solo se si piegano a giocare in un sistema

Menzioni d’onore
Dallas: senza l’infortunio di Caron Butler sarebbero entrati di diritto tra le prime quattro ma rimangono pericolosi, anche perché quando Dirk Nowitzki sente le walkirie possono battere chiunque.
Orlando: la trade che ha riportato Turkoglu (con Richardson e Arenas) ha aggiunto valore ad una squadra già piuttosto forte.
Dwight Howard guida la difesa con autorità e pugno di ferro (cit) ed è molto migliorato in attacco, ma resta la sensazione che manchi qualcosa.
Chicago: Derrick Rose è onnipotente. Carlos Boozer sta giocando bene e deve ancora tornare Joachim Noah. Alcune voci danno per imminente l’arrivo di Carmelo Anthony.
Da tenere d’occhio.
Oklahoma City Thunder: Kevin Durant e Russel Westbrook. Penso bastino loro per creare problemi a chiunque.

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